TEATRO MUSCO CATANIA: TRE DONNE OLTRE IL LIMITE

Tre donne oltre il limite è una finestra su cose aberranti che ormai ci appaiono normali. Uno schiaffo al torpore che la culla del nostro perbenismo sa cagionarci, con l’illusione che certe realtà non ci appartengano.

 

 

TEATRO MUSCO CATANIA: TRE DONNE OLTRE IL LIMITE

Cinquantacinque minuti di puro spettacolo al Teatro Musco. Una pazza, una disperata e una puttana. Tre donne oltre il limite: unico atto e unica protagonista, Rossana Veracierta. Tre donne, tre vittime, tre diverse “disperazioni”. Un cappello di lana, occhiali da vista, un lungo vestito nero su cui si poggia un impermeabile e delle scarpe comode: è il primo dei tre personaggi. Piatti rotti, tutto comincia proprio dai piatti. Un video e scatole piene di cocci, anni e anni di pezzi inutili agli occhi logici di chi guarda, conservati in una “casa” dai mille segreti. Gesti compulsivi, una tragica storia che prende forma con naturalezza spaventosa. Dettagli scurrili, necessari, e occhi vuoti di chi non sa distinguere la realtà dalla normalità percepita.
Si abbassano le luci, un nuovo video e un nuovo personaggio: Verso il muro di fronte. È guerra. È disperazione. La disperazione di chi non ha più niente da credere, di chi con il figlio ha perso ogni senso, di chi diventa oggetto sotto il mirino di un fucile spietato. «Certi uomini si innalzano solo sopra quelli che cadono. Io sono viva, ma sono tre_donne_oltre_il_limitemorta ieri». Una donna privata di ogni umanità è una donna morta. Una donna che scampa la morte in guerra è una donna che scappa verso il vuoto della salvezza.
È di nuovo buio, lo sfondo proietta una strada: tante automobili, donne svestite e senza capire come, siamo tutti testimoni di un interrogatorio. A parlare è una Puta. Lei parla al nulla, ma noi le domande della polizia le sentiamo lo stesso. E così Rossana Veracierta ci scaraventa nei bassifondi. Vediamo tutto ciò che racconta, sentiamo il suo stesso disprezzo, assaporiamo il suo disgusto e ridiamo con la stessa amarezza. È la storia di una donna che non esiste, che non ha il diritto di sognare, a cui non serve il rispetto perché è pagata per fare quello che fa. E così si smascherano il delirio di onnipotenza e la mania di grandezza di migliaia di mezzi uomini, tutti quelli che portano la loro mamma nel cuore, ma che la notte poi vanno a puttane.
Tre donne oltre il limite è una finestra su cose aberranti che ormai ci appaiono normali. Uno schiaffo al torpore che la culla del nostro perbenismo sa cagionarci, con l’illusione che certe realtà non ci appartengano. I testi di Francesco Randazzo e l’interpretazione di Rossana Veracierta, hanno messo sul palco uno di quegli spettacoli per i quali è necessario chiedersi: perché la gente non va più spesso a teatro?

Benedetta Intelisano

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