CATANIA: ALIGRUP, VIA LIBERA A CESSIONE DI 27 PUNTI VENDITA

Catania. La sezione fallimentare del Tribunale di Catania ha accolto la richiesta di ammissibilità al concordato preventivo libero avanzata dall’Aligrup, evitando così il fallimento sollecitato da alcuni creditori. Aligrup è l’azienda leader nel settore dei supermercati in Sicilia che conta circa 1.600 dipendenti e che da numerosi anni è in amministrazione controllata. L’Aligrup è controllata, per il 15%, da un amministratore giudiziario, per le vicende giudiziarie che hanno interessato il suo proprietario, Sebastiano Scuto, considerato il “numero uno” dei supermercati in Sicilia. Il Tribunale di Catania ha confermato di avere acquisito gli atti relativi alla vertenza Aligrup, che gestisce i supermercati Despar e interessa 1.600 lavoratori.  La Uiltucs Sicilia in una nota spiega che l’azienda “è stata autorizzata a procedere al concordato preventivo cosiddetto in bianco, ovvero senza preventiva definizione di un piano, per la salvaguardia delle attività commerciali” e che i liquidatori delle società “in sostanza sono stati autorizzati dal tribunale a cedere o concedere in affitto sin da subito 22 punti vendita Aligrup e cinque della K&K. Tale concordato preventivo – continua la nota del sindacato – è destinato a riempirsi di contenuti man mano che le imprese manifesteranno interesse all’acquisizione di punti vendita e andranno a sottoscrivere gli accordi definitivi con i liquidatori”.

“Dire che siamo soddisfatti è una forzatura – spiega il segretario della Uiltucs Sicilia Pietro la Torre – considerato il dramma vissuto da tantissimi lavoratori in cui la parola fine deve ancora essere scritta. Ma questo risultato ci spinge a batterci fino alla fine per salvare il numero più alto possibile di dipendenti. Inoltre La Torre aggiunge che “l’abbandono delle previsioni di cui alla legge 182, ovvero riguardanti la ristrutturazione del debito, appare un fatto certamente positivo perchè impedisce che le istanze di fallimento presentate abbiano corso e quindi evita lo scenario che più temevamo con riferimento ala salvaguardia dei livelli occupazionali. Altri elemento positivo di tale meccanismo è che vi rientrano le stesse banche, evidenziato che nel piano, oltre agli affitti, probabilmente entreranno le dismissioni degli immobili e quindi lo stralcio del debito nei confronti di banche che dovrebbe ammontare a circa 41 milioni”.  La Torre spiega ancora che, le lettere di intenti sono pervenute da una molteplicità di soggetti “e segnatamente da Conad Sicilia, gruppo Abbate di Catania, Arena di Enna, Ergon, Romano, Re Leone e una cordata ancora non bene identificata”. Nei confronti di questi gruppi la Uiltucs ha chiesto “che oltre agli aspetti di natura economica inerenti all’acquisizione e al passaggio delle aziende, si possa procedere alla valutazione dei requisiti economici a medio e lungo termine idonei a garantire il normale svolgimento dell’attività e il mantenimento dei livelli occupazionali, non escludendo  anche la verifica dei profili di trasparenza, per evitare di imbarcarci in situazioni che possono riproporci scenari non positivi per i lavoratori”.

Secondo i sindacati, sembrerebbe che “le cessioni possano essere anticipate da un affitto temporaneo per i primi due mesi al fine di garantire la immediata operatività dei punti vendita con la relativa attivazione nel periodo natalizio, per non vanificare tale opportunità di natura commerciale. Per quanto concerne la residua parte di vendita, che comprende importanti e significative strutture commerciali, con esclusione del centro delle Zagare, i rimanenti punti vendita potrebbero essere oggetto di procedure per l’utilizzo di ammortizzatori sociali e segnatamente la cassa integrazione guadagni in attesa che si possa presentare altre opportunità di collocazione sul mercato egli stessi. La Torre ha sollecitato i liquidatori a ricercare una interlocuzione anche con i precedenti gruppi che avevano avanzato manifestazioni di interesse quali la Supercoop Sicilia, al fine di verificare – stante le nuove condizioni, la possibilità di residui interessi nel rilevare le attività commerciali”.

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