ACQUEDOLCI(ME): ENPA, BARBAGIANNI FERITO DA FUCILATA. NON VIENE SOCCORSO DAGLI ORGANI PREPOSTI E MUORE DISSANGUATO

Lunedì scorso un anziano signore di Acquedolci (ME), aveva trovato lungo una trazzera un magnifico esemplare di Barbagianni ferito probabilmente ad opera di qualche bracconiere. Il rapace specie protetta dalla Legge 157/92  e dalla Convenzione di Washington sulle specie in via d’estinzione, perdeva molto sangue da un’ala e l’uomo non sapendo come poterlo aiutare ha subito allertato una delle due volontarie Enpa che operano nella zona. La ragazza si è immediatamente attivata chiamando il Corpo Forestale dello Stato del vicino distaccamento di San Fratello, paesino arroccato tra i Monti Nebrodi, la più grande Area Protetta della Sicilia, a 640 metri sul livello del mare. Acquedolci si trova invece a livello del mare, precisazione importante se il soccorso deve essere fatto in una giornata di forte vento e pioggia da parte di una volontaria che si sente rispondere dal personale della Forestale che loro non possono andare ad Acquedolci a prendere il Barbagianni e che quindi sarebbe dovuta essere lei stessa a doverlo portare lì da loro.

A questo l’aggiunta incresciosa nel chiedere di non farlo a quell’ora (erano già le 12) ma nel pomeriggio quando avrebbero riaperto gli uffici. Il Barbagianni è stato così portato alle 16 del pomeriggio dalla volontaria Enpa. La stessa, trovato un passaggio, percorrendo strade impervie all’ottavo mese di gravidanza si è racata nonostante la pioggia con il volatile, ormai in fin di vita, al distaccamento della forestale di San Fratello, luogo ancora considerato a rischio frane. Purtroppo per il rapace non c’è stato nulla da fare, aveva perso troppo sangue si presume dalla notte fino al pomeriggio ed è giunto al distaccamento senza vita. Lì è stata chiesta copia del verbale documento che non è stato rilasciato. Da evidenziare che l’unico Centro recupero per la fauna selvatica si trova a Messina e sarebbero occorse altre ore prima che il barbagianni potesse finalmente avere il legittimo soccorso. “Non ci sono dubbi sui comportamenti di questi ultimi tempi addotte dalla Forestale che opera nei Nebrodi  nell’esimersi dal raccogliere la Fauna protetta in difficoltà e sul chiedere ai cittadini di occuparsene sia per portarli in loco o addirittura nel centro di Messina – recita la nota inviata dall’Enpa provinciale di Catania – sicuramente poche risorse umane, scarsi mezzi, sono all’origine dei disservizi: intanto nell’ultima settimana non sono state soccorse numerose specie protette in difficoltà.

Il giorno prima della Pasqua – continua la nota dell’Enpa – la stessa volontaria era stata chiamata per soccorrere un pipistrello(altra specie protetta), e anche in quella occasione è stata la stessa ragazza che si è dovuta adoperare a fare arrivare a Messina il volatile …in treno. E nel frattempo specie importanti, utilissime all’uomo, meravigliosi esemplari protetti, continuano a morire in un territorio che dovrebbe essere protetto e dove la Legge sancisce la tutela di questi animali.

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