Rigoletto, star della musica a Taormina – interviste

Avremmo voluto concludere con un’intervista, anche breve da proporvi, a Placido Domingo ma un incomprensibile muro burocratico, ma anche reale (le guardie del corpo del maestro) ce lo hanno impedito

Rigoletto, star della musica a Taormina - interviste

Rigoletto, star della musica a Taormina – interviste. Applausi reiterati, bis generosamente concessi, urla di approvazione e standing ovations si è conclusa la serata ricca di grandi emozioni.

Rigoletto, star della musica a Taormina – interviste

Rigoletto, star della musica a Taormina – interviste. Nell’incantevole cornice del Teatro antico di Taormina si è tenuta la prima esecuzione dell’opera di Giuseppe Verdi, Rigoletto, prima opera della ‘trilogia popolare’ verdiana.

Tratta dal dramma di Victor Hugo, “Le Roi s’amuse“, l’undici marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia debuttava la vicenda del gobbo giullare, deriso dai cortigiani,

e della sua figlia segreta Gilda, innamorata e sedotta dal duca di Mantova.

La disperazione di Gilda accende la fame di vendetta di Rigoletto che paga il sicario Sparafucile per lavare nel sangue il disonore.

Ma il dramma – è noto – si compie quando la fanciulla si sostituisce all’amato morendo pugnalata in sua vece.

Ed è il dramma della maledizione che il conte di Monterone, il padre ferito per la violenza inflitta alla figlia, lancia contro Rigoletto che lo deride.

E che su Rigoletto ricadrà.

L’evento, nato dalla collaborazione tra il Teatro Massimo Bellini e la Fondazione Taormina Arte Sicilia, è la prima opera lirica nel cartellone del Bellininfest

“Sul piano della riflessione critica – scrive Silvana Lo Giudice su ‘La Sicilia’- l’inserimento del titolo verdiano nel contesto del festival intitolato a Vincenzo Bellini,

conferma come il Cigno etneo sia stato precursore del Cigno di Busseto, per quell’innovativa drammaturgia musicale che avrebbe fortemente influenzato i successori, fino ed oltre la stagione wagneriana“.

In scena un maestro d’eccezione il cui esordio, nel 1959, è legato a quest’opera.

Conoscitore profondo della musica verdiana, e non solo, Placido Domingo – già notissimo cantante lirico – sale, per la prima volta in Sicilia, sul podio in veste di eccellente direttore dell’orchestra del Teatro Massimo Bellini.

Insieme a lui un altro grande, Leo Nucci che oltre ad interpretare il ruolo di Rigoletto, ha curato con la collaborazione di Salvo Piro la regia del melodramma in tre atti del librettista Francesco Maria Piave.

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Il coro del Teatro diretto dal maestro Luigi Petrozziello.

Completano lo staff:

Carlo Centolavigna (scenografo), Artemio Cabassi (costumista), Silvana Lo Giudice (per le coreografie), Alessia Colosso (aiuto scenografa), Giovanna Giorgianni (aiuto costumista).

Personaggi e interpreti:

Il duca di Mantova Stefan Pop, Rigoletto Leo Nucci, Gilda Federica Guida, Sparafucile Antonio Di Matteo,

Maddalena Anastasia Boldyreva, Giovanna Maria Russo, Il conte di Monterone Alessandro Busi, Marullo Dario Giorgelè, Borsa Dave Monaco,

Il conte di Ceprano Claudio Levantino, La contessa Federica Foresta, Usciere di corte Claudio Levantino, Paggio della duchessa Fulvia Mastrobuono.

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Come sempre con il sorriso sulle labbra ci accoglie il Soprintendente Giovanni Cultrera esprimendo la speranza che «l’emozione che ci travolge possa abbracciarci insieme alla condivisione di intenti emozionali:

la bellezza di un bene culturale quale il teatro antico rappresenta, e lo spettacolo, un bene strumentale al servizio del teatro antico che conta oltre 2000 anni di vita senza soluzione di continuità…

siamo tutti impegnati in questa operazione: il teatro fuori dal teatro…con un cast eccezionale…premessa di ripartenza.

L’incanto, il calore che richiama il pubblico su queste antiche pietre infuocate non attende altro che svelarsi in tutta la sua interezza, la sua bellezza…

Un bellissimo cartellone, una serie di manifestazioni che sta ricevendo un riscontro affettuoso da parte del pubblico, per ricominciare a sperare attraverso una forte sinergia tra le istituzioni.”

Antonio Di Matteo e Alessandro Busi, rispettivamente nei panni di Sparafucile e del conte di Monterone, intervistati davanti allo specchio nella sala trucco,

si sono dichiarati felici di partecipare al Bellininfest (purtroppo il grandissimo Bellini è poco frequentato nei teatri italiani, affermano), un momento molto importante che si svolge in questo magico luogo,

consapevoli, con grande responsabilità, di integrarsi all’interno di un meccanismo che al contempo serve da volano per la cultura musicale e per il turismo dell’isola: 

“ in questa cornice suggestiva i turisti ne godranno…”.

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Rigoletto, star della musica a Taormina – interviste.

“Siamo fortunati di condividere il palco con uno dei più grandi Rigoletto (Leo Nucci) degli ultimi trenta, quarant’anni”.

“È la prima volta che vengo a Taormina per questa produzione di grande livello. Forte la mia emozione -aggiunge Busi- di cantare sotto la direzione di Placido Domingo, un grande maestro,

nel ruolo di Monterone, un ruolo che mi piace molto per il carattere, per i valori che porta in scena…il padre ferito, molto amato da Verdi, che riteneva questo personaggio importante”.

Anche Di Matteo è contento del suo ruolo -Sparafucile, il killer-  che “ho interpretato molte volte…ma con Nucci ho tirato fuori il meglio di me”.

Stefan Pop, tenore rumeno, vincitore di importanti concorsi internazionali, interpreta il duca di Mantova.

Si dichiara molto onorato “di esibirmi con il maestro Domingo e con Nucci. Dopo il Rigoletto a Parma e a Parigi: non potevo sognare di più!

Ora è arrivata l’epoca di spostarlo qui, in questo teatro unico. Il regista e il direttore mi hanno dato tutto. abbiamo avuto modo di studiare lo spartito nota per nota.

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Ringrazio Dio della pazienza che hanno avuto: per me questo è il massimo della carriera!

Tornerò presto a Catania per la Norma: un grande onore!

W Verdi, W la musica, W l’amore!”.

Con un applauso a scena aperta Pop ha concesso il bis di La donna è mobile.

È arrivato il momento delle prime-donne.

Interviene Anastasia Boldyreva, la fascinosa mezzosoprano moscovita, che ci ha incantati nella Carmen al Massimo Bellini, subito prima dell’emergenza covid.

In Rigoletto è Maddalena, la ‘pietosa’ sorella di Sparafucile.

La Boldyreva si dichiara “felice di ritornare a cantare con il pubblico in presenza…

in streeming è freddissimo, senza quel ritorno di energia che nasce dall’incontro pubblico/cantante: sono in attesa di questo momento magico in questo luogo stupefacente.

Il mio ruolo, apparentemente subordinato è importante. È la mia prima volta a Taormina;

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Nucci è incredibilmente interessante:

spiega tutto, tutto è logico…è una leggenda anche per ciò che riesce a trasmettere, e questo luogo, questo teatro, merita una crescita incredibile: merita di diventare uno dei primi nel mondo.”.

Federica Guida, la Gilda dell’opera, la ventiquattrenne soprano di Villabate –siciliana come la palermitana Federica Foresta, la contessa di Ceprano- vincitrice di numerosi concorsi internazionali

spiega, davanti allo specchio, di essersi formata al Conservatorio ‘Alessandro Scarlatti’ di Palermo cominciando a studiare canto all’età di 10 anni, e di sentirsi rinascere dopo la forzata pausa dovuta al covid.

“È tutta un’emozione per tutti noi, a cominciare dalle prove al teatro Bellini. Tutto fantastico per me e per il Bellininfest.

Tutto un debutto a Taormina e nei panni di Gilda…e con Nucci che non ha bisogno di parlare, che si fa capire subito; la collaborazione è fantastica, tutto ha funzionato benissimo.

Essere sua figlia nel Rigoletto è una grande emozione!

Il successo di questo festival è un giusto riconoscimento per la Sicilia cui sono orgogliosa di appartenere, e un dono per me che tornerò a Palermo, al Massimo a dicembre con la Bohéme.”

E infine anche il grande baritono tra i più amati dal pubblico mondiale, Leo Nucci, alla 550° recita del Rigoletto di cui è anche regista ci concede qualche minuto:

“Voglio precisare che non sono un regista perché questo termine del 1903 non mi piace; sono un maitre en scene, metto in scena non il mio pensiero ma quello dell’autore.

Sono dieci anni che lo faccio con il mio team (Salvo Piro, Carlo Centalavigna, Artemio Cabassi),

una realtà nata a Piacenza come Laboratorio lirico per i giovani per la messa in scena con dettagli non filologici dell’autore.

In realtà nella lirica gli autori hanno sempre fatto da registi, dando ad esempio le pause e quant’altro.

Con grandissima presunzione cerchiamo di individuare il loro pensiero per dare ai giovani un bagaglio di conoscenze.

Solo se guardiamo al passato possiamo andare avanti altrimenti i ponti crollano con le genialità moderne…”

Leo Nucci ha voluto l’opera come l’aveva pensata Victor Hugo e quindi come Verdi l’aveva conosciuta anche se con le dovute censure: operazione pienamente riuscita.

“Placido Domingo -continua Nucci- condivide con me questo pensiero: siamo come innamorati folli della musica, della lirica, di un lavoro particolare.

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La musica classica è basata su u assetto armonico che viene dalla natura, dalla vita, dalla verità. Anche per Platone e Aristotele la bellezza è verità”.

Ancora un bis chiesto a gran voce dal pubblico è stato quello di Vendetta, tremenda vendetta, accompagnato da applausi scroscianti a Nucci prima ancora di concederlo (“Non ho ancora cantato”).

“Sono determinato a tornare qui – aveva rilasciato Domingo all’agenzia ANSA -, e sono fiero di essere nella terra di eccellenti tenori come Giuseppe Di Stefano, di cui ricordiamo i 100 anni dalla nascita

e poi Giuseppe Anselmi, che rivaleggiò con Caruso ed era talmente amato in Spagna che nella mia Madrid, al Real Teatro viene custodito il suo cuore in una preziosa teca”.

Avremmo voluto concludere con un’intervista, anche breve, a Placido Domingo ma un incomprensibile muro burocratico, ma anche reale (le guardie del corpo del maestro) ce lo hanno impedito.

Alla fine il Soprintendente Giovanni Cultrera e la Società catanese “Amici della musica” hanno assegnato il 33° Bellini d’oro a Placido Domingo.

Secondo premiato Leo Nucci. Premiata anche la studiosa di Bellini, la brava Caterina Andò.

Tra applausi reiterati, bis generosamente concessi, urla di approvazione e standing ovations si è conclusa questa serata ricca di grandi emozioni,

di grandi stelle sotto le stelle, nell’incanto della notte di Taormina, nel nome di Bellini, e all’insegna dell’orgoglio siciliano.

Foto e montaggio video Davide Sgroi

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