Usuraio denunciato a Brolo, 2 arresti

Vittima dell'usuraio ci sarebbe anche un altro commerciante vessato e minacciato

Usuraio denunciato a Brolo, 2 arresti. Un commerciante di calzature vessato anche con “saccheggi” nel negozio quando non riusciva a pagare gli interessi.

Usuraio denunciato a Brolo, 2 arresti

Usuraio denunciato a Brolo, 2 arresti. Due persone arrestate con l’accusa di usura.

I carabinieri su disposizione della Procura della Repubblica di Patti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Le persone fermate sono: Fortunato Calabrò, 42 anni, di Brolo, l’altro Franco Chiaia, 53 anni, di Messina agli arresti domiciliari.

L’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Patti Ugo Molina, su richiesta del pm Giorgia Orlando.

Entrambi gli indagati sono ritenuti responsabili di usura pluriaggravata in concorso, e per il solo Calabrò, anche di estorsione, lesioni personali e rapina.

Li ha denunciati un imprenditore che opera nel commercio di calzature all’ingrosso a Brolo.

Quest’ultimo nel 2016 si era rivolto agli indagati per chiedere un prestito di 50 mila euro per sanare i debiti contratti con le banche.

Il tasso di interesse applicato era il 13% mensile, pari a 6.500 euro al mese.

Ripianati i debiti con gli istituti di credito, il commerciante nel giro di otto mesi non è più riuscito a pagare gli interessi.

Usuraio denunciato a Brolo, 2 arresti

Sarebbero iniziati così una serie di “saccheggi” all’interno del negozio da parte di Calabrò.

In una occasione si sarebbe impossessato di calzature e capi d’abbigliamento per oltre 30 mila euro di merce.

Mentre in un altro caso il Calabrò avrebbe preteso dal commerciante che cedesse 260 paia di scarpe a un commerciante di Messina per intascare poi lui stesso 6 mila euro quale guadagno della vendita.

Alle continue richieste di denaro sarebbero seguiti minacce, ingiurie, pedinamenti, danneggiamenti all’auto e aggressioni fisiche.

Vittima di Calabrò sarebbe anche un altro commerciante che, tra la fine del 2018 e i primi mesi del 2019, avrebbe dato un assegno post datato

Sempre l’indagato si è fatto consegnare a titolo di garanzia della solvibilità del titolo una lavatrice e denaro contante.

A seguito di una ulteriore richiesta di 100 mila euro quale ristoro del debito, il commerciante aveva persino pensato di vendere la propria abitazione e come ultima ratio di togliersi la vita.

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