CONFISCATO IMPERO DEL CLAN CAPPELLO

Confiscato impero del clan Cappello. Il patrimonio ammonta a 12 milioni di euro e comprende aziende e beni mobili e immobili che passano allo Stato.

CONFISCATO IMPERO DEL CLAN CAPPELLO

Confiscato impero del clan Cappello. Passati nella piena proprietà dello Stato, i beni di un noto esponente della criminalità organizzata catanese.

L’uomo, ritenuto vicino al clan Cappello attualmente si trova detenuto in carcere.

I beni erano stati sequestrati nell’agosto del 2017 dal personale della Questura di Catania.

Il patrimonio ammonta a 12 milioni di euro e comprende aziende, beni mobili e immobili.

In particolare la confisca riguarda anche tre appartamenti, 18 veicoli e numerosi rapporti finanziari, tutti riconducibili allo stesso soggetto o a familiari diretti.

E ancora una società a responsabilità limitata semplificata a socio unico operante nel settore dei trasporti conto terzi

I sequestri sono stati effettuati in vari momenti, ma nel processo di confisca sono stati inclusi in un’unica operazione.

La che ha permesso la costruzione di questo impero economico ai Cappello è Giuseppe Guglielmino, imprenditore del settore ecologico, ritenuto soggetto socialmente pericoloso e abitualmente dedito a traffici illeciti.

L’uomo chiaramente inserito nell’organico al clan mafioso “Cappello”, si è distinto per la capacità di inserirsi in vari settori dell’economia, in specie nel delicato settore della raccolta e trattamento dei rifiuti.

Prendendo appalti in diversi comuni siciliani, nonché in territorio campano e calabro, ottenuti grazie all’appoggio del clan.

Clan, che poteva a sua volta contare sull’interessamento delle “famiglie” alleate operanti in quei territori.

Inoltre, attraverso il reimpiego di denaro provento delle attività illecite, Guglielmino era attivo nell’acquisto di beni e nella costituzione di imprese commerciali a lui riconducibili.

Con queste operazioni procurava maggiori illeciti arricchimenti per il sodalizio criminale di appartenenza e per sé stesso.

I beni confiscati sono:

la totalità delle quote ed intero patrimonio aziendale della società Geo Ambiente srl., con sede legale a Belpasso (CT) e due sedi secondarie site nella provincia di Cosenza: Belvedere Marittimo (CS) e Sangineto (CS);

La totalità dei beni aziendali e strumentali dell’Impresa individuale Consulting Business di Guglielmino Giuseppe, con sede legale in San Gregorio di Catania;

La totalità delle quote ed intero patrimonio aziendale della società Clean Up srl, con sede legale a Motta Sant’Anastasia (Ct);

La totalità delle quote e intero patrimonio aziendale della società Ecologistica srl. con sede legale ad Aci Sant’Antonio (Ct):

La totalità delle quote ed intero patrimonio aziendale della società Eco Business srl, con sede a Siracusa, e sede secondaria a Belpasso (CT);

La totalità delle quote ed intero patrimonio aziendale della società Work Uniform srl, con sede legale a Catania (Ct).

Oltre al patrimonio aziendale, Guglielmino aveva investito anche in immobili, anch’essi passati nella piena proprietà dello Stato.

Si tratta di quattro unità immobiliari a Catania, due a Fiumefreddo di Sicilia (CT) e uno a Bronte (CT) tutte confiscate.

Oltre ad aziende e immobili, la cosca aveva a disposizione un nutrito e variegato parco auto, anch’esso confiscato: un’Audi S3 1.8 Turbo, due Daimler Chrysler, un’Alfa Romeo, una Mercedes.

E ancora: una Fiat Uno, due autocarri (Peugeot e Fiat), un autocarro Unic 190 e due Fiat 500.

Il valore complessivo dei beni sequestrati, stimato in circa 12 milioni di euro, sarà, da adesso, gestito da un amministratore giudiziario.