MANON LESCAUT CON IL TENORE MARCELLO GIORDANI

Una esortazione per chi andrà a vedere lo spettacolo (repliche dal 21 al 26 marzo): si faccia bene attenzione all’affollata scena dell’osteria e allo splendido cavallo bianco che, in secondo piano con la carrozza, se ne sta fermo fermo per tutto il primo atto.

 

 

MANON LESCAUT CON IL TENORE MARCELLO GIORDANI –

Il tenore Marcello Giordani, stella acclamata dei palcoscenici più prestigiosi, ieri sera, alla prima del Teatro Massimo Bellini, ha indossato ancora una volta, con travolgente carica passionale, le vesti del cavaliere Des Grieux nella “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini.
Accanto al grande tenore, un cast di giovani e promettenti voci (il baritono Giovanni Guagliardo e il basso Emanuele Cordaro) che – con il soprano lettone Alisa Ziovjeva (bella e bionda come impone il libretto) – hanno saputo restituire il crescendo di sensualità e cupidigia, voluttà e calcolo, caratterizzanti il capolavoro che, andato in scena per la prima volta nel 1893, è ancora attuale nella trama, perché Puccini parla al cuore, cioè alla parte irrazionale che governa l’uomo nelle scelte d’amore.
L’allestimento è di stampo tradizionale. I due registi, Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, non amando le innovazioni, hanno preferito seguire alla lettera lo spirito e le indicazioni del libretto. A fine spettacolo hanno affermato: “Certi registi, con la loro smania di attualizzare l’opere lirica, finiscono per stravolgerne il nesso logico, disorientando gli spettatori con allestimenti incongruenti e anacronistici. Noi, invece, siamo rimasti fedeli al modello originario. Il pubblico catanese esce dal teatro grato per la storia che abbiamo raccontato. Quella di “Manon Lescaut” è una vicenda senza tempo, che può riguardare in prima persona ciascuno di noi: l’innamoramento a prima vista, il colpo di fulmine, l’amore fatale che fa perdere la testa”.
Il direttore spagnolo Josè Miguel Peréz-Sierra – che il giorno della prova generale avevamo  sentito impartire precise indicazioni all’Orchestra –  ha condotto con mano sicura gli strumentisti alla sua idea musicale; mentre il coro, che ha un ruolo fondamentale nei primi due atti, è stato diretto da Ross Craigmile.

 
Il sovrintendente Roberto Grossi e il tenore Marcello Giordani ci hanno concesso un’intervista. Il sovrintendente ha motivato la scelta di mettere in cartellone “Manon Lescaut”, ha ribadito l’attualità del messaggio pucciniano e, infine, ha confermato la volontà di continuare la collaborazione tra Il Teatro e altri Enti per abbattere i costi e accrescere la qualità degli spettacoli.
Il tenore Marcello Giordani, da parte sua, ha affermato che il vero protagonista di “Manon Lescaut” è il cavalier Des Grieux, un uomo che non riesce a controllare le sue pulsioni e perde la dignità. “Nella mia carriera – ha aggiunto – ho impersonato molte volte ruoli pucciniani, tanto che  il compositore di Torre del Lago può essere considerato il mio principale datore di lavoro”.  Poi, parlando della sua Augusta, dove è nato, il tenore ha illustrato le finalità della “Accademia Musicale Marcello Giordani YAP” che molto sta facendo per i giovani talenti che vogliono entrare nel mondo dei teatri d’opera. La prima di L’opera è stata apprezzata dal pubblico catanese che ne ha applaudito esecuzione e interpretazioni.
Nelle recite del 21, 23 e 25 la bacchetta passerà ad Antonino Manuli; Manon sarà il soprano Marina Nachkebiya, De Grieux il tenore Luis Chapa. Prendono parte a tutte le recite Stefano Osbat, Sonia Fortunato, Alessandro Abis e Gianluca Failla. L’allestimento è della Fondazione Teatro Massimo di Palermo. Per una migliore comprensione del testo sono previsti i sovratitoli in italiano e inglese.
Una esortazione per chi andrà a vedere lo spettacolo (repliche dal 21 al 26 marzo): si faccia bene attenzione all’affollata scena dell’osteria e allo splendido cavallo bianco che, in secondo piano con la carrozza, se ne sta fermo fermo per tutto il primo atto.

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