FUNERALI NICOLE: TANTI FEDELI PER L’ULTIMO SALUTO

 

FUNERALI NICOLE: TANTI FEDELI PER L’ULTIMO SALUTO –

Funerali Nicole. La chiesa di San Vito a Mascalucia è stracolma per la celebrazione del funerale della piccola Nicole, la neonata morta in ambulanza nel viaggio da Catania a Ragusa. All’esterno tantissimi palloncini rosa. All’interno la madre di Nicole, Tania Laura Egitto e tiene la minuscola bara bianca della figlia sulle ginocchia davanti all’altare. Accanto alla moglie c’è il padre di Nicole, Andrea Di Pietro e la famiglia si stringe al feretro della piccola. La funzione religiosa è officiata dall’arcivescovo Salvatore Gristina, che durante l’omelia si rivolge ai genitori: “E’ una grande prova, ma voi non siete soli, Dio vi è vicino. Nicole non ha potuto ricevere il vostro abbraccio, ma il vostro amore resterà sempre”. Al termine della celebrazione la zia materna della bimba si rivolge ai presenti tra le lacrime: “Grazie a tutti per l’amore che ci state dimostrando, da ora in poi diventerà la nostra forza. Siamo vittime di una grandissima ingiustizia e stiamo lottando per la verità. Le istituzioni devono continuare ad aiutarci, non può succedere più”.
Intanto durante la relazione alla Camera dei Deputati tuona il ministro per la salute Beatrice Lorenzin: “cattiva comunicazione. Se non interverrà la Regione lo farà il ministero”. Parole dure quelle del ministro, in buona sostanza nel capoluogo etneo non sono state rispettate le norme previste per il trasporto dei neonati, e se non si interviene una vicenda come quella della piccola Nicole può ripetersi. Durante lo spazio dedicato dal parlamento al Question-time, il ministro ha risposto a numerose domande sul caso di presunta malasanità in Sicilia. Sempre il ministro per la Salute Lorenzin, ha ribadito che “a Catania non c’è la rete di emergenza” confermando, così come emerso delle indagini degli ispettori del ministero, in riferimento al caso della neonata morta nei giorni scorsi, “c’è stata una cattiva comunicazione” fra tutti gli interessati nella vicenda. Sempre la Lorenzin alla luce di quanto appurato dagli ispettori inviati ha detto che: “Catania non ha attuato la norma e quindi non c’è il trasporto neonatale come dovrebbe esserci. Se ci fosse stato, io non so quali sono le cause della morte della bambina, ma almeno avremmo fatto tutto quello che si doveva per dare una assistenza. Non c’è nessuna volontà di fare politica, dobbiamo mettere in fila le cose e risolverle velocemente, perchè un fatto come questo si può ripetere”. Poi ha aggiunto: “La task force (inviata a Catania ndr) diventerà un modello permanente del ministero della Salute. Dai primi esami è emersa una scarsa capacità della clinica di procedere alla stabilizzazione della neonata. A Catania non è attuato il protocollo relativo al trasporto neonatale, con ritardi dovuti anche a una delibera assessoriale che ha spostato il limite al settembre 2015, e disfunzioni nella comunicazione rilevate dal semplice ascolto delle conversazioni. È emerso poi un utilizzo almeno in parte inappropriato dei posti in terapia intensiva neonatale”.
E ancora la Lorenzin precisa, in merito alle indagini sulla morte a Catania della piccola Nicole è stata riscontrata: “l’assenza di un efficace sistema di governance per sicurezza dei punti nascita e mancata attuazione del protocollo relativo al trasporto in sicurezza. Abbiamo riscontrato anche scarsa capacità nella casa di cura per procedere nell’immediatezza alla stabilizzazione del neonato e gravi disfunzioni nelle comunicazioni tra il 118 e le strutture contattate”. “Il gruppo ispettivo ha proceduto alle verifiche del caso in piena collaborazione con l’assessorato della Regione Sicilia, e questo dovrebbe sgombrare il campo da tutte le strumentalizzazioni politiche di questi giorni – continua la Lorenzin – Dall’ispezione è emersa l’assenza di un efficace sistema di governance per la sicurezza dei punti nascita e la mancata attuazione nella provincia di Catania del protocollo relativo al trasporto neonatale di emergenza. Con riferimento alla casa di cura Gibiino è emersa una scarsa capacità, anche a causa di una formazione non adeguata del personale, di procedere immediatamente alla stabilizzazione del neonato per il successivo trasferimento presso una unità di terapia intensiva”. Poi la Lorenzin tuona: “Se non interverrà la Regione lo farà il ministero. I posti letto nelle unità Utin in sicilia sono 114, numero superiore a quello fissato a livello nazionale che è pari a 80 – ha spiegato – ma perchè Nicole non lo ha trovato? La risposta sta nella parola appropriatezza. Sarà mia cura verificare anche tramite l’analisi delle cartelle cliniche dei bimbi ricoverati l’appropriatezza dell’uso dei posti letto a Catania”. In conclusione il ministro avverte che: “non ci sarà nessuna deroga per la chiusura dei centri dove si realizzano meno di 500 nascite l’anno. È pericoloso partorire in strutture piccole e non voglio più sentire gli amministratori che mi chiedono deroghe per evitarne la chiusura. La mia preoccupazione è che non si ripetano altri casi come quello di Nicole”.
La famiglia della neonata morta si pone molti dubbi ad esempio: l’ambulanza non era presente in clinica, e il motivo perché ha impiegato un’ora per partire e ancora come mai è stato deciso il trasporto a Ragusa mantenendo una velocità di 70 chilometri l’ora. Altro quesito sollevato dal Ministro Lorenzin durante il question time alla Camera: dalle prime verifiche della task force è emerso che nell’Utin di Siracusa era presente una culla aggiuntiva con un neonato che era stato spostato lì per un’epidemia di bronchiolite.
Ieri, la mamma della piccola Nicole, Tania Laura Egitto, è stata ricoverata all’ospedale Cannizzaro di Catania per dei dolori addominali e per un forte malore. La donna, accompagnata dalla sorella e dalla suocera, è stata dimessa dal nosocomio ma non ha rilasciato dichiarazioni. In un bollettino medico dell’ospedale Cannizzaro, si legge che la paziente, è stata ricoverata nella giornata di ieri nel reparto di Ginecologia, per uno stato infiammatorio dovuto a colica renale. La terapia medica alla quale è stata sottoposta ha permesso di ottenere una risoluzione del quadro sintomatologico. Dato il miglioramento delle condizioni di salute, come concordato con il direttore dell’Unità Operativa, la paziente è tornata a casa.

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