PALERMO: REGIONE SICILIANA, ON. DI BENEDETTO CONTRO DECRETO ASSESSORIALE “BANCA DEL CORDONE OMBELICALE” DI SCIACCA

“Chiarita la vicenda giudiziaria attorno alla gestione della banca del cordone ombelicale di Sciacca, la cui attività come si ricorderà ha ricevuto attestati di merito dai migliori centri di trapianto del mondo, occorre ora rimetterla in movimento. Farla ripartire”. Lo chiede in una interrogazione urgente, rivolta al Presidente della Regione e all’Assessore della Salute, il deputato regionale del Pd, Giacomo Di Benedetto. “Nonostante le assoluzioni di  Lillo Ciaccio, allora direttore, e di Michela Gesù, biologa specialista in genetica – afferma l’onorevole Di Benedetto –  la struttura ha continuato a rimanere chiusa, praticamente fino ad oggi, con grave danno per l’intera collettività, facendo venir meno la periodica fornitura di cordoni ombelicali che in passato ha assicurato a tanti bambini ammalati una possibilità di sopravvivenza. La struttura di Sciacca, in atto,  dispone di 20.000 cordoni di cui, però, solo la metà è stata studiata e tipizzata, poiché nonostante fosse stata finanziata la somma di 2 milioni di euro per il completamento dello studio delle unità raccolte, l’amministrazione sanitaria del tempo ha preferito utilizzare le risorse per altre finalità. Adesso, ecco l’assurdità, l’Assessore regionale della Salute, con proprio decreto, ha proceduto a commissariare la banca del cordone ombelicale di Sciacca al fine di riattivare la raccolta, con conseguente spreco di risorse umane ed economiche, giustificata in funzione di azioni correttive.  A mio avviso non appare in alcun modo giustificabile nessuna iniziativa volta ad incrementare la raccolta.  Perchè allo stato appare piuttosto prioritario completare lo studio delle unità già raccolte al fine di renderle idonee e disponibili immediatamente al trapianto, così da poter sopperire ad eventuali necessità della popolazione. Tra l’altro i 20 mila cordoni già disponibili garantiscono la più ampia varietà genetica necessaria per la popolazione e che quindi un incremento della raccolta non aumenterebbe la probabilità di compatibilità per i pazienti in attesa di trapianto. Ad avvalorare questa tesi  è il professor Rebulla, direttore della banca del cordone in Italia, il quale sostiene che servono 50-60 mila cordoni per tutta la popolazione e che i cordoni devono essere rappresentativi di tutta la popolazione e per questo devono essere raccolti equamente su tutto il territorio nazionale. E poi, come documentato dal report del centro nazionale sangue del 2008,  ce ne sono altri 7.000 a Milano, 2.867 a Pavia, 3.126 a Bologna, 1.585 a Padova, 1.374 a Firenze, 1,602 a Pescara, 1.718 a Torino, 1.500 a Napoli ecc. Un totale complessivamente sufficiente alla copertura del fabbisogno nazionale. I numeri sono numeri.  Nel decreto contiene poi altre perplessità.  L’Assessore, oltre a disporre il reintegro di una dipendente (“la Responsabile del sistema di gestione della qualità”, sostanzialmente un’infermiera professionale) presso la struttura della banca, dispone l’apertura del nuovo centro di conservazione e stoccaggio delle cellule staminali da cordoni che ha una capienza di  ulteriori 70.000 unità (superiore all’intero fabbisogno nazionale) con un enorme impegno di spesa,  in un momento in cui la sanità subisce tagli in tutti i settori.  La suddetta inutile mega struttura,(realizzata dalle precedenti gestioni, con procedure amministrativamente discutibili, che l’Assessorato dovrebbe avere cura di approfondire), è costata circa 12 milioni di euro e come dichiarato alla stampa dall’attuale Direttore Generale dell’ASP di Agrigento grava sui conti pubblici per 120.000 euro al mese (per rate  ai costruttori) ed in più 30.000 euro mensili per le spese di gestione. E a proposito di direttore generale, lo stesso ha inserito nell’atto aziendale, che disciplina i servizi, la banca del cordone ombelicale di Sciacca al fine di utilizzare il contributo di 1.800.000 euro erogato dal Ministero  per attivare azioni correttive, caratterizzare le donazioni ed inserire la banca nel circuito mondiale  contribuendo così a salvare vite umane. Fondi però che, secondo il  decreto, rischierebbero di essere perduti. Va ricordato infine che sull’intera vicenda è stata disposta da tempo una ispezione da parte della Regione. Sarebbe opportuno allora conoscerne l’esito per capire se sono emerse eventuali responsabilità di carattere penale e/o amministrativo. Alla luce di quanto esposto, invito il Presidente Lombardo e l’Assessore Russo a chiarire tutti questi passaggi, tutti questi nodi che lasciano non poche perplessità. E quindi se non si ritiene doveroso volere revocare il suddetto discutibile decreto assessoriale” – conclude il deputato regionale del Pd”.

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