Messina. E’ancora in corso l’operazione congiunta dei carabinieri che, insieme alla polizia stanno eseguendo a Messina e nell’interland un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Messina su richiesta della Dda locale. Sono 35 le persone indagate per associazione mafiosa, omicidio, estorsione, rapina, detenzione illegale di armi e altri delitti aggravati dalle modalità mafiose. Gli arrestati facevano parte delle nuove leve del clan di Barcellona Pozzo di Gotto paese del messinese. Secondo quanto emerso dall’inchiesta antimafia “Gotha 4”, che oggi ha portato a 35 ordini di custodia cautelare, e l’identificazione dei killer di un omicidio che sarebbe stato eseguito da Salvatore Campisi ora collaboratore di giustizia, con la complicità di Carmelo Maio. dell’omicidio di Ignazio Artino avvenuto il 12 aprile del 2011 è uno degli episodi più sanguinosi della guerra di successione che è avvenuta nel clan di Barcellona pozzo di gotto.
Con questo delitto il Campisi voleva affermare la propria egemonia sulla gestione dell’attività estorsiva nel territorio di Terme Vigliatore (Me). Proprio per questo motivo chiese il permesso al boss Giuseppe Treccarichi che lo autorizzò. Artino, 58 anni, vivaista fu ucciso a fucilate vicino la sua abitazione. Era appena sceso dall’auto quando è stato falciato da due colpi di fucile a canne mozze. Nel 1994 l’uomo era stato arrestato durante l’operazione antimafia “Mare Nostrum”, in appello era stato assolto e attendeva il giudizio della Cassazione. Secondo gli inquirenti l’omicidio del vivaista era avvenuto nel 2011 come segnale forte nei confronti del boss pentito Carmelo Bisognano ma anche verso altri che avevano intenzione di collaborare con la giustizia.
Sono finiti in manette: Francesco Aliberti, di 59 anni, Salvatore Bucolo, di 25, Gianni Calderone, di 30, Carmelo Crisafulli, di 23, Elio D’Amico, di 38, Vito Vincenzo Gallo, di 32, Giuseppe Impalà, di 50 anni. Sono tutti accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, rapina, omicidio, detenzione armi e altri gravi delitti aggravati dalle finalità mafiose. Arrestati con la stesa accusa anche Antonio Mazzeo, di 45 anni, Nunzio Fabio Mazzeo, di 29, Lorenzo Mazzù, di 28, Aurelio Micale, di 35, Gianfranco Micale, di 30, Agostino Milone, di 44. Sono stati inoltre arrestati Filippo Munafò, di 28 anni, Carmelo Perroni e Stefano Rottino, entrambi di 40, Luciano Runcio, di 27, Giacomo Maurizio Sottile, di 37, Giuseppe Antonio Treccarichi, di 49. Arresto anche per Santo Alesci, di 33 anni, Alessandro Artino, di 29, Antonio Bagnato, di 31, Domenico Chiofalo, di 27, Massimo Giardina, di 35, Salvatore Italiano, di 46, Antonino Scordino, di 58. I provvedimenti restrittivi sono stati inoltre notificati a cinque persone già detenute: Carmelo Maio, di 21 anni, Filippo Barresi, di 58, Carmelo Giambò, di 42, Alessandro Crisafulli, di 31 e Francesco Pirri, di 33. Una persona risulta ancora ricercata.
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