PIETRO VALSECCHI, INTERVISTA DIETRO LE QUINTE

Pietro valsecchi. “Squadra Antimafia” è ormai diventato un vero fenomeno televisivo nazionale. Crescono sempre di più gli amanti e gli appassionati della fiction televisiva prodotta da Taodue e trasmessa su Canale 5. Dopo aver girato le prime quattro stagione nella città di Palermo, da due anni la città di Catania è diventata protagonista della serie televisiva. Protagonisti Rosy Abate e il vice questore Lara Colombo, ed entrambe si contendono l’amore del vice questore Domenico Calcaterra. Una lotta tra mafia e giustizia. “Squadra Antimafia” è ideata da Pietro Valsecchi, che abbiamo incontrato a Catania durante la presentazione del suo libro “Squadra Antimafia – Palermo oggi”, che racconta ancor più nel dettaglio i retroscena della storia d’amore tra Domenico Calcaterra e Rosy Abate.

Come nasce la serie televisiva “Squadra Antimafia”?

“Molti anni fa abbiamo pensato a raccontare la quotidianità in una serie televisiva. Una quotidianità aldilà dei fatti di cronaca, sottoforma di romanzo. Cinque anni fa è nato questo progetto e nell’immaginario collettivo tutti i protagonisti sono diventati dei beniamini degli spettatori. Abbiamo unito il bene ed il male, come succede nella vita quotidiana. Si è sempre sottoposti a momenti di bene e ad altri totalmente contrari.  La nostra vuole essere anche una storia d’amore. Rosy è una persona piena di tanti sentimenti e di una grande fragilità”.

Di solito prima si scrive il libro e poi diventa una produzione televisiva. Come mai adesso è avvenuto il contrario?

“Il libro è venuto dalla gente che segue i personaggi. Abbiamo voluto raccontare nel libro quello che accadeva nel racconto televisivo. L’idea di raccontare è stata premiata dal pubblico e soprattutto abbiamo visto come la gente si è appassionata nel leggere il racconto di tutti i personaggi. Un romanzo che racchiude al suo interno i sentimenti e le emozioni dei protagonisti”.

Perché la scelta di girare le riprese a Catania?

“Catania è una città splendida e ovviamente non devo essere io a dirlo. Amo molto il patrimonio culturale che c’è in questa splendida città. Amo Catania, amo Aci Castello, Aci Trezza, l’Etna. Amo tutta questa splendida regione. Purtroppo si assiste ad una situazione triste nel vedere quei grandi palazzi ricchi di cultura disabitati e abbandonati. Si dovrebbe rimettere in piedi la grande Catania. Risistemare tutti quei luoghi che sono un vanto per la vostra città. Bisognerebbe portare il lavoro in questa bellissima città. Perchè non si pensa a costruire degli alberghi che attirerebbero un grande turismo e soprattutto darebbero tanto lavoro ai giovani. Vengo spesso a Catania e trovo le Cattedrali o i grandi palazzi vuoti.  Bisognerebbe fare una progettazione economica per il turismo e per i siciliani”.

Lei conosce bene Catania.

“Assolutamente si. Sono venuto molte volte a girare produzioni in Sicilia e ad ammirare le vostre bellezze. Adoro lavorare a Catania e adoro i catanesi”.

Non pensa che fiction come “Squadra Antimafia” possano danneggiare l’immagine di questa regione?
“I siciliani non sono mafiosi. La mafia non esiste solo in Sicilia ma in tutte le parti di Italia. Il seme si è ormai sparso da tutte le parti. La Sicilia deve essere di esempio per la lotta alla mafia. Quante persone hanno perso la propria vita per lottare contro questa battaglia. Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino sono solo alcuni dei grandi uomini che hanno lasciato un forte segnale ai giovani.  Quei giovani che oggi stanno costruendo un mondo nuovo. I siciliani sono persone di una umanità, una eleganza e una civiltà come nessun altro. Lampedusa è un chiaro segnale del coraggio e dell’umanità dei siciliani. Hanno sfidato il governo, le leggi, tutto a favore del prossimo. Oltre il Nobel per la pace devono avere anche un plauso da tutta l’Europa. I siciliani e soprattutto i giovani hanno il coraggio di lottare per le proprie idee”.

Come vede gli adolescenti di oggi?

“Abbiamo rubato il futuro a tante generazioni.  La loro vita viene quotidianamente saccheggiata di ogni ricchezza. Non si capisce che bisogna riprogettare il proprio paese, proprio per i giovani. Un progetto vero ed efficace. Tutto il mondo ci invidia l’Italia e noi invece di accarezzare questo splendido paese lo calpestiamo giorno dopo giorno. Anche in Sicilia bisognerebbe dare più spazio ai giovani ed investire sul futuro con la creazione di infrastrutture che portino più turismo possibile. Dobbiamo garantire un futuro occupazionale per le giovani generazioni. Inutile portare industrie che in realtà sono carcasse vuote. I giovani hanno tanti sogni ma gli sono stati rubati ed infranti. Speriamo per le prossime generazioni”.

Lei è un uomo che crede in questa Italia, crede nei giovani, crede in un futuro che è sempre incerto nel nostro bel paese, ma perché non scende in politica?

“La politica la faccio nel mio lavoro e con i tanti giovani che ho intorno. Ognuno deve fare il suo mestiere in modo sano e costruttivo.  Io sono pronto a condividere e a lavorare ad un progetto comune per il bene di questo paese. Non posso entrare in politica perché dovrei lasciare il mio lavoro e sinceramente ci tengo molto. Nel mio lavoro cerco di fare crescere i giovani e questo dovrebbe fare l’Italia”.

Produzioni in cantiere?

“Stiamo lavorando  ad un film per il piccolo schermo su Massimo Troisi che è stato un grande comico. Per il cinema uscirà il 31 ottobre il nuovo film di Checco Zalone e poi sta per ritornare su Canale 5 il Tredicesimo Apostolo”.

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