Catturato figlio del boss Badalamenti

Su Leonardo Badalamenti pendeva dal 2017 un mandato di cattura dal Brasile per traffico di droga

Catturato figlio boss Badalamenti. Leonardo, 60 anni, bloccato in casa della madre a Castellammare del Golfo. Ricercato in Brasile per traffico di droga.

Catturato figlio del boss Badalamenti

Catturato figlio del boss Badalamenti. Leonardo, figlio dello storico boss di Cosa nostra Tano Badalementi arrestato dalla Dia di Palermo.

L’uomo si trovava a casa della madre a Castellamare del Golfo, in provincia di Trapani.

L’arresto di Leonardo Badalamenti in esecuzione di un mandato di cattura internazionale emesso dall’autorità giudiziaria di San Paolo, in Brasile.

L’accusa è associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti e falsità ideologica.

In attesa dell’estradizione, Badalamenti si trova nel carcere Pagliarelli di Palermo.

Leonardo Badalamenti, 60 anni, è il secondogenito di don Tano, il boss che negli anni Settanta era capo della cupola di Cosa nostra e,

poi riconosciuto come mandante dell’omicidio di Peppino Impastato.

Per l’autorità brasiliana Leonardo, andava in giro con un’identità falsa, quella dell’uomo d’affari brasiliano Carlos Massetti.

Inoltre ha registrato in quel Paese la nascita del suo primo figlio chiamandolo come il nonno, Gaetano.

Badalamenti era latitante dal 2017 in seguito all’emissione da parte dell’autorità giudiziaria di Barra Funda di un ordine di arresto.

In Brasile, arrestato nel 2009: quella volta fu il Ros dei Carabinieri a mettergli le manette nell’ambito di un’operazione che portò all’arresto di altre 19 persone.

Tutte accusate, in concorso, di associazione mafiosa, corruzione, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e trasferimento fraudolento di valori.

Su Badalamenti avviate una serie di indagini da parte delle autorità brasiliane.

Indagato perché, secondo gli inquirenti, era a capo di un’organizzazione criminale impegnata tra il 2003 e il 2004 a,

negoziare titoli di debito pubblico emessi dal Venezuela attraverso l’intermediazione di un funzionario corrotto del Banco centrale.

Titoli che servivano a garantire l’apertura di linee di credito in istituti bancari esteri.

Accusato di aver tentato una truffa ai danni delle filiali della Hong Kong Shanghai Bank,

della Lehman Brothers e dell’Hsbc per un importo di diverse centinaia di milioni di dollari.

Catturato figlio del boss Badalamenti

Il figlio di don Tano arrestato dagli uomini della Dia di Palermo coordinati dal II reparto ‘Investigazioni giudiziarie’,

in collaborazione con il Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia (Scip) e la polizia brasiliana.

Leonardo Badalamenti in questi giorni denunciato dai carabinieri per essersi nuovamente impossessato di un casolare.

Questo immobile si trova in contrada Uliveto a Cinisi, già sequestrato.

Il figlio del boss aveva infatti ottenuto dai giudici della Corte di assise la restituzione del bene, finito per errore nel decreto di confisca.

Senza attendere la notifica del provvedimento Badalamenti Jr ha rotto il catenaccio per tornare nuovamente in possesso dell’immobile.

A seguito dell’atto, ne è nato uno scontro violentissimo con il sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo.

Infatti sono intervenuti i carabinieri che lo hanno fatto sloggiare e lo hanno denunciato.

La querelle innescata dopo che il figlio del boss aveva presentato il 23 luglio scorso un’istanza al Comune,

intimando al sindaco di sgomberare il casolare.

Solo che il provvedimento di revoca della confisca è stato notificato a Badalamenti dai carabinieri di Castellammare del Golfo (città dove ormai vive), ma non ancora al sindaco di Cinisi.

Da qui lo scontro tra i due e la denuncia che i carabinieri hanno presentato contro Badalamenti, sembrerebbe per esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Anche il sindaco Palazzolo ha presentato denuncia:

«Il signor Badalamenti ha attuato un comportamento grave e inaccettabile».

Aggiunge il sindaco:

«Non siamo disposti a tollerare simili atteggiamenti da nessuno figuriamoci dal figlio di un boss».

«Rivendico la scelta di averlo allontanato dopo che si era già introdotto nell’immobile».

Continua Palazzolo:

«Riteniamo che, a prescindere dal contenzioso, il signor Badalamenti non riavrà mai il suo bene,

perché esiste una legge che ci consente di trattenerlo al patrimonio di Cinisi e dei suoi cittadini».

Chiosa il sindaco Palazzolo:

«Una legge chiara che intendiamo applicare. Il casolare non è casa sua, ma dei ragazzi della nostra comunità».

Conclude il primo cittadino:

«Anzi, sin d’ora mi adopererò affinché alcuni spazi siano assegnati a ‘Casa Memoria’ (ndr la casa natale di Peppino Impastato)».

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