ANTENNA SICILIA CATANIA: AZIENDA LICENZIA 28 DIPENDENTI

Antenna Sicilia. La Slc Cgil e la Fistel Cisl di Catania hanno comunicato ieri che sono stati avviati i 28 licenziamenti tra il personale tecnico e amministrativo dell’emittente televisiva Antenna Sicilia. La decisione è stata annunciata dalla Sige, azienda proprietaria, nel corso dell’incontro all’Ufficio provinciale del lavoro di Catania concluso senza accordi. I lavoratori Sige di Antenna Sicilia in segno di protesta hanno indetto un pacchetto iniziale di 20 ore di sciopero da suddividere variamente. Per lunedì prossimo è stato invece indetto lo sciopero per l’intero turno lavorativo. Lo rendono noto i sindacati Slc Cgil e Fistel Cisl. Le segreterie provinciali di Slc Cgil e Fistel Cisl con una nota inviata alle redazioni giudicano “irrazionale ed incomprensibile la volontà della Sige di voler procedere al licenziamento di 28 lavoratori su 55 addetti tra i tecnici e gli amministrativi dell’emittente televisiva Antenna Sicilia. “Pur in assenza di precise e formali informazioni aziendali in merito ai piani industriali – continuano i sindacati – che sono stati consegnati alle organizzazioni sindacali e all’Ufficio provinciale del lavoro di Catania soltanto al termine della procedura, e quindi non essendo messi nelle condizioni di poter fare valere il nostro diritto di proposta, abbiamo fatto più di quanto fosse possibile per scongiurare il licenziamenti dei lavoratori. Ciononostante, e quindi in assenza di dati – si legge nella comunicazione sindacale – ci siamo fatti carico di proporre all’azienda soluzioni idonee alla salvaguardia delle attività ed abbiamo proposto una riduzione dell’orario di lavoro attraverso contratti di solidarietà pari al 40%. Una percentuale di riduzione oraria – sostengono i sindacati – da ritenere al limite del rispetto della dignità dei lavoratori e del buon senso. Tali ed altre proposte sono state rigettate dall’azienda che, pur di affermare la propria volontà di potenza, ha fatto sì che il tutto si risolvesse in un nulla di fatto e quindi con i licenziamenti”. Secondo Slc Cgil e Fistel Cisl “le vittime sacrificali di questa volontà aziendale risultano essere  i lavoratori licenziati e non. O forse – si chiedono i sindacati – è il tentativo di voler lanciare altri segnali all’esterno?. La Sige non può svegliarsi oggi – si legge ancora nel comunicato – per dirci che da anni è in corso una crisi, il tutto dopo aver incassato frequenze, numerazione dei canali vantaggiose, contributi pubblici e visibilità sociale e politica, e quindi scaricare sulle spalle dei lavoratori eventuali errori propri”. I sindati, ancora una volta: “denunciano il totale ed incomprensibile disinteresse delle istituzioni pubbliche rispetto ai problemi dei lavoratori che operano in un settore così delicato, qual è quello dell’informazione, a cui tutti attingono e di cui in tanti beneficiano. La protesta dei lavoratori – rendono noto Slc Cgil e Fistel Cisl – continuerà fino a quando non verranno ripristinate le regole democratiche in questo nostro martoriato territorio e fino a quando non prevarrà il buon senso”.

la redazione giornalistica dell’emittente in una nota esprime il suo giudizio alla preoccupante vicenda: “Consapevole che il prodotto giornalistico è sempre frutto della somma di professionalità diverse e complementari”, la redazione giornalistica dell’emittente Antenna Sicilia-Teletna, “con i dipendenti e i collaboratori, esprime all’unanimità sostegno e piena solidarietà al personale tecnico e amministrativo dopo la rottura delle trattative”. “Fortemente preoccupati per il futuro dell’azienda – si legge nella nota della redazione – i giornalisti si augurano altresì che ancora possano essere trovate nuove forme di ricomposizione, per assicurare la tutela dei posti di lavoro ma soprattutto delle professionalità, e anche per garantire che venga mantenuta la qualità generale delle produzioni giornalistiche”.

Dal canto suo l’azienda controbatte: “Irrazionale e incomprensibile è la volontà delle organizzazioni sindacali di portare avanti guerre di religione dopo avere avuto la possibilità di condividere le soluzioni alternative per mesi offerte e più volte ribadite dalla società”. Lo affermano in una nota la direzione aziendale e la proprietà di Sige, sottolineando che “le informazioni sono state fornite ancor prima dell’avvio formale della procedura con il supporto di diapositive proiettate durante un incontro convocato ad hoc”. “Durante tutta la procedura – continua il comunicato – nessuna controproposta condivisibile, che salvaguardasse cioè i livelli di retribuzione consentendo all’azienda di non conseguire ancor più gravi perdite rispetto a quelle già preventivate, è stata avanzata dai sindacati. Ciononostante l’azienda, pur non trovando alcuna copertura economica e finanziaria, ha mantenuto l’offerta dei contratti di solidarietà riducendo la percentuale di ore non lavorate al 45% con disponibilità a incontri periodici per monitorare l’andamento aziendale e verificare la possibilità di ulteriori miglioramenti per i lavoratori. La proposta era formulata con la concreta volontà di evitare i licenziamenti”.  “Scaduti i termini della procedura – prosegue la nota – i sindacati hanno rifiutato l’offerta migliorativa dell’azienda e formulato la richieste di una riduzione delle ore lavorate non inferiore al 40%. Ma, in aggiunta, hanno chiesto il ristorno a vantaggio dei lavoratori della quota di contributo di competenza dell’azienda, il mantenimento delle condizioni di miglior favore previste dal contratto integrativo e l’impegno dell’azienda a rinegoziare, non si comprende su quali basi, il premio di risultato. Richieste che, accolte, avrebbero messo a rischio la possibilità di prosecuzione dell’attività e la società, scaduti i termini di trattativa, si è vista costretta a prendere atto della impossibilità di raggiungere un accordo”. “Contrariamente a quanto affermato dai sindacati – conclude la nota – è stata dunque percorsa ogni strada ed offerta ancora ieri, come risulta da verbale dell’Ufficio del Lavoro, la disponibilità a fornire ulteriori chiarimenti e informazioni, anche accogliendo eventuali richieste di ulteriori proroghe dei termini di procedura. Disponibilità ignorata con spregiudicato atto di potere che non tiene conto dei reali interessi occupazionali”.

 

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