FINANZIARIA SICILIANA IMPUGNATA: RIVOLTA DEI PRECARI

Roma impugna: no alla stabilizzazione degli ex pip

Finanziaria siciliana impugnata: rivolta dei precari. Sono sul piede di guerra i lavoratori regionali dopo l’impugnativa del Consiglio dei Ministri per la stabilizzazione degli ex Pip. Inutile il parziale salvataggio degli ‘storici’ degli Enti Locali, bloccate anche le procedure al Comune di Palermo.

FINANZIARIA SICILIANA IMPUGNATA: RIVOLTA DEI PRECARI

Finanziaria siciliana impugnata: rivolta dei precari. Non si tratta di un blocco dovuto alla politica, ma un arresto di un percorso sociale rivolto alla stabilizzazione e regolarizzazione del lavoro. L’impugnativa decisa dal governo Conte è stata applicata a circa una ventina di norme della Legge di stabilità regionale siciliana che stoppa il percorso intrapreso di accordo sociale in Sicilia. La notizia dell’impugnativa è giunta ieri sera, ma era stata ampiamente annunciata dalle richieste di chiarimenti giunte la scorsa settimana. Il blocco riguarda, in realtà, solo una metà delle contestazioni.

A poco vale la mancata impugnazione dell’articolo 26 che di fatto consente il percorso per la stabilizzazione dei precari storici degli Enti Locali. Dopo il pronunciamento dell’organo competente, l’assunzione, infatti, potrà scattare solo per poche centinaia di precari che lavorano in Comuni con i bilanci in attivo e la disponibilità finanziaria per stabilizzare avendo posti liberi in pianta organica. In pratica pochissimi equiparandoli agli oltre cinquemila che resterebbero fuori.

Claudio Fava tuona dall’opposizione, intanto i 5 stelle siciliani chiedono le dimissioni dell’assessore all’Economia Armao spiegano: «Avevamo allertato tanto il Governo quanto i deputati sui rischi di una finanziaria Frankenstein, diventata uno strumento non di sviluppo ma di scambi e spot elettorali per le amministrative».

Ma prima di analizzare politicamente il fenomeno, è necessario focalizzare la situazione dei lavoratori lasciati indietro da questa  Finanziaria siciliana impugnata: rivolta dei precaridecisione che potrebbe essere la conclusione di un percorso di macelleria sociale iniziato negli ultimi anni e che non accenna ad arrestarsi.

Dal fronte sindacati, Mimma Calabrò segretario generale Fisascat Cisl Sicilia dice con fermezza: «Abbiamo già chiesto al governo regionale di essere convocati e siamo pronti a scendere in piazza a fianco dei lavoratori lo faremo per tutelare migliaia di persone che da decenni prestano la loro opera utile e necessaria alla pubblica amministrazione e sono stanche di essere trattate come lavoratori di serie B. Gli ex Pip, i catalogatori e tutti i protagonisti di questa vicenda non sono carne da macello ma gente che svolge i propri compiti con senso del dovere e pretende il rispetto della propria dignità e dei propri diritti. Occore trovare soluzioni immediate e comunque prima della scadenza dei contratti e individuare un percorso finalmente certo per questi lavoratori».

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