Sicilia. Se si votasse oggi, appena il 61% dei siciliani si recherebbe alle urne per l’elezione del nuovo Presidente della Regione e il rinnovo dell’Ars. Questo è uno dei dati più significativi che emerge dal Barometro Politico di agosto dell’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis. 4 elettori su 10 resterebbero a casa, a conferma di una crescente insofferenza verso la classe politica nel suo insieme: la fiducia dei siciliani nei partiti è crollata dal 22% del 2006 al 4% odierno. Secondo quanto espresso dalla ricerca dell’Istituto diretto da Pietro Vento – il quadro delle intenzioni di voto dei siciliani appare decisamente confuso e frammentato: al dato dell’astensione dichiarata va aggiunto il numero di quanti non saprebbero per chi votare: il 28% dell’elettorato non esprime oggi una specifica intenzione di voto.
Da una recentissimo sondaggio, Demopolis, informa che, se ci si recasse oggi alle urne per le elezioni regionali, l’Mpa del Presidente uscente otterrebbe il 16%: primo partito nell’Isola. Appena un soffio sopra i due principali partiti nazionali, che pagano più degli altri in Sicilia l’astensionismo e l’onda nazionale dell’antipolitica, ma anche le proprie incertezze e le troppe divisioni interne: il PD si posiziona al 15,2%, il PDL al 15%. Appare stabile al 7,5% Grande Sud di Miccichè: un dato, anche questo, quasi certamente destinato a mutare durante la campagna elettorale. In netta crescita, al 12,5%, appare l’Udc di Gianpiero D’Alia, decisivo ago della bilancia tra Pd e Pdl negli scenari di coalizione per la Presidenza della Regione. A meno di tre mesi dalle elezioni di fine ottobre, i quattro principali partiti non hanno ancora deciso con chi allearsi, né hanno identificato un loro candidato per Palazzo d’Orleans: fattori che, accanto al numero altissimo di indecisi e potenziali astensionisti, incidono significativamente sulle stime di voto degli elettori.
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