"Al Governo e all’Assemblea Regionale Siciliana, Mancini chiede di porre rimedio al ritardo nella spesa dei fondi europei, ferma appena al di sotto del 10% a meno di due anni dalla conclusione del programma”.
Nel corso di un’affollata e partecipata Assemblea Provinciale, Gaetano Mancini, è stato riconfermato sabato scorso per altri quattro anni presidente di Confcooperative Catania, la più grande realtà associativa nel mondo della cooperazione di tutta la provincia etnea che riunisce 409 imprese (fra cui tre banche di credito), rappresenta 13.500 soci, impiega 3200 addetti che producono ogni anno un fatturato aggregato di 160 milioni di euro. Rinnovato anche il Consiglio Direttivo che è composto da 18 soci, quattro dei quali donne, ed è referente dei settori servizi sociali, agricoltura, produzione servizi, edilizia abitativa, casse rurali e cultura e turismo. All’assemblea, che ha visto la presenza del Direttore Centrale di Confcooperative Giuseppe Maggi e del Vicepresidente Maurizio Ottolini, hanno preso parte il Sindaco Raffaele Stancanelli, il Presidente della Provincia Giuseppe Castiglione, il Presidente dell’Ircac Antonio Carullo, insieme a rappresentanti della Camera di Commercio etnea e delle organizzazioni datoriali e sindacali oltre a numerosi esponenti bipartisan della deputazione parlamentare regionale e nazionale. Fra i presenti anche Gabriella Guerini, dell’associazione antiracket etnea Asaae e referente di Libera, l’associazione contro le mafie fondata da Don Ciotti con cui, a livello nazionale, Confcooperative ha avviato da tempo una stretta collaborazione.
“In Sicilia – ha detto nella sua relazione Mancini, che guida anche Confcooperative Sicilia, è vice presidente nazionale della confederazione ed è l’attuale presidente della SAC, la società di gestione dell’Aeroporto Internazionale di Catania Fontanarossa – come testimoniano i dati Inps, le cooperative hanno prodotto tra il 2007 e il 2010, ovvero in piena crisi, un incremento occupazionale del 7,1% confermando come, con la promozione dell’autoimprenditorialità, le coop sappiano dare risposte concrete alle esigenze del territorio. E’ ora – dice Mancini – che anche gli enti locali si scommettano, non è più il tempo delle analisi, dobbiamo passare ai fatti. E noi di Confcooperative abbiamo idee e progetti da sviluppare in settori-chiave dell’economia siciliana: agroalimentare, energia, turismo e servizi sanitari nella consapevolezza di essere classe dirigente “cooperativa”, di essere strumento per favorire l’emancipazione dei singoli, e di essere impegnati concretamente, secondo lo spirito delle coop, a contrastare fenomeni di illegalità, lavoro nero e mafia”. 
Al Governo e all’Assemblea Regionale Siciliana, Mancini chiede di “porre rimedio al ritardo nella spesa dei fondi europei, ferma appena al di sotto del 10% a meno di due anni dalla conclusione del programma”. E poi: più tagli alle spese clientelari e improduttive e più attenzione al welfare e agli interventi per lo sviluppo: “Alla Regione – conclude – chiediamo infine chiarezza sulle politiche per il credito”. Sollecitato in tal senso l’insediamento di un vero e proprio Cda nell’Ircac, ente che è da tempo sottoposto a commissariamento. In relazione all’accesso al credito, poi, dalle indagini congiunturali svolte da Confcooperative emerge che, nel Mezzogiorno, il 42,9% dei cooperatori si è vista rigettata la domanda di credito, una cooperativa su due è stata interessata, nel 2011, da richieste di rientro da parte delle banche e tre cooperative su quattro hanno ricevuto richieste supplementari di garanzie. Particolarmente apprezzati nel corso dell’assemblea di oggi gli interventi dei soci cooperatori che hanno raccontato ai presenti le proprie storie di riscatto sociale, umano e professionale grazie all’iniezione di fiducia di Confcooperative che ha assistito la nascita, la crescita e il consolidamento delle proprie imprese. Con il 25 per cento di associati in più rispetto al 2008, Confocooperative Catania riunisce imprese che operano nel sociale (101), nella produzione di lavoro e servizi (98), nell’agroalimentare (96), nell’edilizia sociale (81), nel settore della cultura, turismo e tempo libero (26), del credito cooperativo (3), della mutua (1) e infine nella sanità, pesca e nei beni di consumo.
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