La sala di uno dei siti più affascinanti, quasi inediti, della Sicilia orientale, il castello arabo-normanno di Calatabiano (in arabo Kalaat-al Bian, rocca di Biano) preposta per eventi musicali è stata allestita, il 17 luglio scorso, per ospitare una popolata e attenta platea pronta a carpire le più espressive sfumature sonore plasmate dal bravo flautista Andrea Maria Virzì: giovane artista catanese già vincitore di oltre quaranta concorsi nazionali e internazionali (tra i quali citiamo il “Concorso Internazionale di esecuzione musicale Città di Matera”, l’importante “Flegreo” di Napoli e, non ultima, la competizione riservata ai migliori studenti italiani indetto dal Miur di Roma). Accompagnato al pianoforte da Salvo Cantone – accorto nel calibrare l’intensità timbrica dello strumento rendendolo, spesso, abile conversatore col protagonista – Andrea Maria Virzì ben vestiva le note della Romanza op.94 n.1 di Robert Schumann, esempio pregevole dell’arte compositiva imprevedibile del grande compositore tedesco.
Il romantico “viaggio” nel mondo delle note, curato da Andrea Virzì – iniziato quindi con schumanniani equilibri sonori, capaci di disegnare irreali immagini- si è man mano evoluto sviluppandosi in particolari momenti musicali in cui l’espressività delle esposizioni tematiche dava, poi, al flauto di Andrea Maria Virzì, ampio spazio a virtuosistici sviluppi. Così, i “fiati” dell’abilissimo flautista giocavano guizzando tra le difficili variazioni melodiche delle musiche in programma. Oltre alle particolari pagine, che compongono la Fantasia pastorale Hongroise op.26 di Franz Doppler – in cui affiorano desuete appoggiature e alternanze tra i caratteri di modo maggiore e minore – il programma del temerario Virzì prendeva spessore con brani sempre più ardui: Variazioni di bravura, di Pietro Morlacchi, sul “Mosè in Egitto” di Rossini; la Fantasia brillante, di François Borne, su temi della “Carmen” di Bizet. I lunghi e sicuri plausi degli astanti hanno incoraggiato il valente Andrea Maria Virzì a suonare “oltre confine” ancora magiche note.
Maurizio Barrica
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