Etna con fontane di lava e boati, ritorna la cenere

Bonforte: «Il cono del cratere di sud-est, poiché cresce in altezza, potrebbe in teoria crollare ma è solo un'ipotesi»

Etna con fontane di lava e boati, ritorna la cenere

Etna con fontane di lava e boati, ritorna la cenere. Stamane le esplosioni. Si è avuto il passaggio dall'attività stromboliana alle fontane di lava.

Etna con fontane di lava e boati, ritorna la cenere

Etna con fontane di lava e boati, ritorna la cenere. Il vulcano riparte con un forte parossismo poi si ferma.

Il Mongibello ha iniziato molto lentamente la sua attività nella giornata di ieri.

Successivamente sono aumentate le esplosioni e alle 7.49 circa di stamane, si è avuto il passaggio dall’attività stromboliana alle fontane di lava.

Il tutto si è tradotto in una caduta di materiale piroclastico e dunque cenere che stavolta ha interessato tutti i settori.

Il vento ha cominciato a girare, così da soffiare in diverse direzioni e a diverse quote.

A causa di ciò, la cenere è stata sparsa un dappertutto. Boati intensi sono stati avvertiti nel catanese per via delle bolle di gas scoppiate.

Il fontanamento è divenuto continuo e di conseguenza i boati avvertiti si sono affievoliti. Registrata caduta di cenere in quantità non indifferente a Zafferana e a Milo.

Caduta cenere anche a Giarre e Mascali, oltre che nell’hinterland del giarrese.

Tanto lo sconforto a Milo poiché sia le aree pubbliche che private erano interessate da massicci interventi di rimozione della cenere vulcanica prima dell’evento maturato tra ieri e oggi.

Tali operazioni avevano incluso anche le grondaie, otturate per via delle eruzioni.

La caduta di cenere ha riguardato nello stesso tempo Catania, Pedara, Aci Castello. La colonna eruttiva ha raggiunto quasi 10 km di altezza.

Dal cratere di sud-est si è verificato un trabocco lavico diretto verso sud-ovest.

Interviene sull’argomento il vulcanologo dell’Ingv Boris Behncke:

«La nicchia che si era aperta a dicembre, si è gradualmente chiusa. La zona delle bocche attive è ristretta».

Aggiunge lo studioso di vulcani:

«Ad ogni parossismo il cono cresce in altezza. Ritengo basso il rischio di un’eruzione laterale».

«Prima di febbraio c’era da temere che un’eruzione laterale potesse manifestarsi, ma l’Etna ha espulso molto magma: all’incirca 80 milioni di metri cubi».

Il vulcanologo Alessandro Bonforte afferma:

«L’Etna ha scaricato fino ad ora, una quantità di magma comparabile ad un’eruzione laterale». «Adesso il vulcano è andato in deflazione: si è quindi sgonfiato. Il condotto centrale si è quindi svuotato».

Continua il vulcanologo Ingv:

«Nessuno può però escludere che possa arrivare un input di magma fresco e che vi possa ipoteticamente essere un’eruzione eccentrica, la quale si manifesta quando il condotto centrale non è contemplato».

Infine, conclude Bonforte:

«Il cono del cratere di sud-est, poiché cresce in altezza, potrebbe in teoria crollare ma è solo un’ipotesi».

Umberto Trovato

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*