IL 25 APRILE DI SALVINI A CORLEONE

Salvini: «Mi piacerebbe che il 25 aprile sia la giornata dell’unione e della pacificazione nel nome dell’Italia che verrà»

Il 25 aprile di Salvini a Corleone. Il tour del ministro in Sicilia comincia nel Palermitano con l’inaugurazione di un commissariato di polizia: «Sono a Corleone per dire ai giovani che vince lo Stato.

IL 25 APRILE DI SALVINI A CORLEONE

Il 25 aprile di Salvini a Corleone. Il ministro dell’Interno è stato accolto nel piazzale dal capo della polizia Franco Gabrielli, dal prefetto di Palermo Antonella De Miro e dal questore di Palermo Renato Cortese.

Il vice premier Matteo Salvini ha scoperto la targa del nuovo commissariato di Corleone, Comune in provincia di Palermo. Monsignor Michele Pennisi ha celebrato la benedizione del commissariato.

Nel suo discorso Salvini ha detto: «Mi piacerebbe che il 25 aprile sia la giornata dell’unione e della pacificazione nel nome dell’Italia che verrà, poi ognuno si tiene proprie idee, distanze, e obiettivi: ho scelto Corleone per dire ai giovani che vince lo Stato».

Poi ha aggiunto: «La scelta di stare a Corleone per la festa della Liberazione è assolutamente in sintonia con chi rischia la vita indossando la divisa per liberare il Paese dall’occupazione della mafia. Pensate che stia facendo un picnic qui o una scampagnata? Qualunque cosa avessi fatto io oggi avrebbero fatto polemica».

Il ministro interpellato dai cronisti che gli hanno chiesto un commento alle dichiarazioni di Luigi Di Maio ha risposto: «Fascismo, Di Maio? Mi sono impegnato a non rispondere sulle polemiche, sono in modalità zen. La polemica politica la lascio agli altri».

Continua ancora: «Voglio liberare l’Italia da tutti gli estremismi di destra, di sinistra, islamici: da tutti. Gli estremismi non vanno mai bene. Voglio tranquillizzare non torneranno né comunismo, né fascismo, né nazismo».

Infine, Salvini rispondendo a un cronista tedesco che gli ha chiesto se ritiene l’Olocausto il più grande crimine Il 25 aprile di Salvini a Corleone ha detto: «Ma che domanda è, certo che sì».

Il questore Cortese, citando il giudice Giovanni Falcone ha spiegato: «La lotta alla mafia è nel Dna dei poliziotti di Corleone e di Palermo, che hanno raccolto il testamento spirituale di colleghi che hanno sofferto e lotta perché gli uomini passano e restano le idee».

Il sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi ha affermato: «A Corleone per tanti lunghissimi anni la mafia ha spadroneggiato arrivando ad allungare i tentatoli in tutto il territorio nazionale e oltre, ma Corleone non si è mai arresa arrestando Riina, Bagarella e Provenzano, catturato dalla squadra di Renato Cortese».

In conclusione il sindaco ha tenuto a precisare: «Corleone non torna più indietro  ma la nuova generazione è già libera da condizionamenti mafiosi e marcia verso la libertà».

Poi, rivolgendosi a Salvini ha detto: «C’è grande soddisfazione tra la gente di Corleone per la sua presenza qui; Corleone si aspetta dallo Stato segnali importanti per la crescita e lo sviluppo che passano prima di tutto dal raccordo di questa area con la città».

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