ARS, IN UN ANNO POCHE LEGGI E SEDUTE LIMITATE

Il Parlamento Siciliano in un anno si è riunito per 286 ore e 10 minuti approvando solo 23 disegni di legge

Ars, in un anno poche leggi e sedute limitate. Il Parlamento Siciliano in un anno si è riunito per 286 ore e 10 minuti approvando solo 23 disegni di legge. E nessuna riforma.

ARS, IN UN ANNO POCHE LEGGI E SEDUTE LIMITATE

Ars, in un anno poche leggi e sedute limitate. l’Assemblea Regionale Siciliana, nell’ultima settimana si è riunita per circa due ore e 15 minuti. Nell’attesa che il Collegato arrivi in Aula i deputati si sono dedicati all’attività ispettiva, ascoltando le risposte del governo alle interrogazioni presentate.

Intanto, i deputati del Movimento Cinque stelle qualche giorno fa hanno presentato un resoconto sulla produttività e sul costo dell’Ars.

Tra i dati più allarmanti che sono emersi dal dossier elencate le ore ddelle sedute svolte nel 2018 che sono state quantificate in 246 e circa cinquanta minuti. Per ottenere il totale del tempo in cui Sala d’Ercole è rimasta aperta bisogna così sommare 21 ore e 42 minuti di attività nel solo dicembre 2017 e le 18 ore e 05 minuti dei primi mesi del 2019.

Ars, in un anno poche leggi e sedute limitateSe vogliamo considerare che l’Assemblea Regionale Siciliana da inizio legislatura si è riunita per 286 ore e 10 minuti e ha approvato 23 disegni di legge, di cui 13 hanno contenuto finanziario, tre si sono occupati delle ex Province fra un tentativo finito male di tornare all’elezione diretta degli organi, la proroga dei commissariamenti e, infine, il definitivo accoglimento della legge nazionale, praticamente non vi è stato nessun tentativo attuare leggi nuove e importanti.

Quindi in pratica, fra le altre leggi approvate non vi è nessuna riforma. Nella maggior parte dei casi si tratta di testi normativi brevi che trattano materie di rilievo secondario.

Da considerare che due delle leggi approvate sono anche a rischio impugnativa. Una è quella sulla “Giornata regionale del ricordo e della legalità e del forum permanente contro la mafia e la criminalità organizzata” che lederebbe la competenza statale in materia di difesa.

Poi, l’altra, una delle prime leggi approvate dall’Ars ovvero quella sulla “Variazione di denominazione dei Comuni termali” che avrebbe previsto un procedimento non in linea con quello della Costituzione. Quindi, facendo una sommaria analisi, leggi brevi e non sempre di alto profilo.

Facendo una breve analisi, queste le prime sedute per organizzare l’Assemblea:

La prima riunione della nuova Assemblea regionale si è tenuta il 15 dicembre 2018 e tutte le prime sette sedute sono servite per mettere in funzione tutti gli organi dell’Ars. Quindi, per eleggere il presidente e i deputati dell’Ufficio di presidenza e nominare i capigruppo.

Poi, il 20 dicembre la seduta che è durata di meno. Quasi un minuto, e ancora non erano stati eletti i capigruppo e il presidente Gianfranco Miccichè rinviata al giorno dopo. l’autorizzazione dell’esercizio provvisorio per i primi mesi del 2018, votata il 29 dicembre è stata la prima legge approvata in aula.

Poi, il discorso programmatico e la prima emergenza:

Il discorso programmatico del presidente della Regione Nello Musumeci è stata la prima seduta del 2018. È durata 4 ore e 50 minuti ed ha impegnato i parlamentari regionali ad ascoltare e commentare.

Altra lunga seduta è stata programmata il 23 gennaio, in quell’occasione, il presidente era in aula per affrontare con i deputati l’emergenza rifiuti. E tutto il mese di gennaio è trascorso per discutere senza votare.

Così i deputati votano la seconda legge il 31 gennaio, la prima ‘quasi’ finanziaria, che avrebbe consentito ai Comuni di potere aggiungere la parola “Terme” nel proprio nome. Peccato però che la procedura approvata si è rivelata incostituzionale, come è stato gia mensionato nelle righe precedenti.

La prima legge viene approvata a febbraio del 2018:

Dove gli onorevoli si sono impegnati a lavorare in Sala d’Ercole sette ore e diciotto minuti. Durante questo lasso di tempo sono state approvate due leggi, una sui confini fra i Comuni di Grammichele e Mineo e una per modificare delle norme sulle competenze della Commissione antimafia.

Sempre nello stesso tempo si è discusso di alcune mozioni, mentre si scopre un’altra emergenza di cui parlare, la crisi idrica nella provincia di Palermo.

Nel mese di marzo l’Ars nulla di fatto:

Infatti nelle prime sedute di marzo l’orologio dell’Aula ha cominciato a girare a vuoto con lunghi interventi sulle comunicazioni e qualche mozione, fino al 13 marzo quando in aula è stata programmata una proposta per consentire il terzo mandato elettivo per i sindaci dei comuni sotto i tre mila abitanti.Ars, in un anno poche leggi e sedute limitate

Il disegno di legge è stato però affossato. Non se n’era discusso abbastanza ed è stato considerato soluzione migliore rinviarlo in commissione.

A cavallo fra il 20 e il 21 marzo l’Assemblea stava per esaminare le norme stralciate dal ddl d’esercizio provvisorio.

Il governo però ha bloccato l’iniziativa parlamentare annunciando che era stata approvata la proposta di finanziaria per il 2018, quindi meglio cominciare ad approvare il rendiconto consolidato della Regione per il 2016 non ancora approvato.

Gli ultimi giorni di marzo l’assemblea ha approvato il Documento di economia e finanza regionale per il 2018 (Defr). La sessione di bilancio è entrata nel vivo solo a metà aprile quando Sala d’Ercole è sta impegnata in oltre 65 ore di discussione sulla manovra.

Il Collegato e le lungaggini connesse:

Dopo le fatiche di aprile, a maggio e agosto l’Ars si è riunita con eguale tempo: poco più di quattro ore. All’ordine del giorno delle quattro sedute che si sono tenute nel mese di maggio è rimasto sempre il ddl Collegato alla Finanziaria, che si è protratto fino al 19 giugno, giorno in cui l’Assemblea ha rinviato il Collegato in commissione Bilancio.

Il 12 giugno Palazzo dei Normanni ha ospitato la presidente della Repubblica di Malta e il Movimento 5 Stelle ha protestato per la seduta straordinaria provocando con polemiche Sala d’Ercole anche il giorno successivo.

Poi a fine giugno votate tre leggi di cui due in meno di un’ora e mezza:

I legislatori siciliani dopo due mesi e 24 ore di sedute passate senza approvare una legge. Poi a cavallo tra il 26 e il 27 giugno sono passate tre leggi.

Il 26 in una seduta che è durata un’ora e un quarto Sala d’Ercole ha varato due ddl: uno per il sostegno ai soggetti con disturbo nell’apprendimento e l’altro per la valorizzazione dell’operazione Husky che qualche mese prima era stato ritenuto meritevole della procedura d’urgenza per l’approvazione. Quindi, il 27 giugno, i deputati hanno votato il Collegato in quattro ore.

Nel mese di agosto prima di andare in ferie i deputati hanno preparato altri due pacchetti di norme: uno per la giornata regionale della legalità e del forum contro le mafie e l’altro per prolungare la gestione commissariale nelle ex province.

Dopo le ferie estive si comincia:

A settembre i deputati si sono riuniti 10 ore e 26 minuti ma non hanno approvato nessuna legge. L’Assemblea però negli ultimi giorni del mese inizia le discussioni su tre disegni di legge: uno sulla vendita diretta dei prodotti agricoli, poi sull’obbligo per i deputati di dichiarare l’eventuale affiliazione alla massoneria e un disegno di legge del M5s in materia di revisori dei conti che però è fallito.

Questa la tematica affrontata a ottobre 2018, mese in cui il parlamento siciliano si è riunito per 23 ore e 27 minuti. Un sesto del tempo, circa 4 ore, è durata la seduta dell’undici ottobre, in cui il presidente Musumeci è stato chiamato a riferire sullo stato d’avanzamento della gestione commissariale sulle crisi idrica e dei rifiuti.

Giù le mani dallo Statuto

A ottobre inoltre, in Sala d’Ercole non è mancato un tema caro ai deputati: “la difesa dello Statuto autonomistico”. Ai deputati infatti era stato richiesto di emettere un parere su una modifica costituzionale per fare in modo che le modifiche alle autonomie speciali potessero avvenire non dietro parere ma piuttosto dietro intesa vincolante.

Gli interventi non sono mancati e, per quanto Gaetano Armao, vicepresidente della Regione – che certo non è uno statalista – avesse assicurato che la modifica era positiva, tutti erano contrari: “Nessuno tocchi lo Statuto”.

A novembre si discute sui Conti che non tornano e sull’abusivismo:

Novembre si è aperto all’insegna della concitazione. I fatti di Casteldaccia e l’emergenza dissesto idrogeologico hanno determinato l’apertura della prima seduta del mese. Il presidente della Regione ha presentato un ddl urgente per contrastare l’abusivismo edilizio, un ddl che ad oggi, è ancora all’esame della commissione Ambiente dell’Ars.Ars, in un anno poche leggi e sedute limitate

Poi si è discusso di parcheggi, interscambio e del ddl per l’adozione delle aiuole. Per un paio di sedute è mancato il numero legale per l’approvazione dei debiti fuori bilancio. Il 20 novembre poi il terremoto: intanto la Corte dei conti voleva porre a parifica il Rendiconto della Regione per il 2017, perché riteneva fosse stato modificato rispetto a quello parificato.

La giunta di governo si è presa un giorno per revocare ilRendiconto incriminato” e alle 21.50 del dì seguente, in dieci minuti, ha fatto approvare tre leggi: il Rendiconto, la legge con l’ammontare dei debiti fuori bilancio e l’Assestamento di bilancio.

A dicembre sempre i conti che non tornano riaffiorano in aula:

L’ultimo mese dell’anno ritornano ancora i conti sotto i riflettori con la discussione del ddl sulle variazioni di bilancio al quale è stata dedicata quasi la metà delle circa 30 ore di sedute di dicembre.

Poi l’assemblea ha votato le leggi: una per le cooperative di comunità e una legge di interpretazione autentica. L’anno si è concluso con la decisione del governo di richiedere un mese di esercizio provvisorio.

Nei primi due mesi del 2019 discussione sui documenti finanziari con un altro importante argomento, il disavanzo della Regione da ripianare con la “manovra lacrime e sangue“.

Adesso la discussione continua sempre su questo tema che impongono la disamina dei quattro ddl collegati alla Finanziaria, iniziando da quello generale. Poi, forse, si potrà pensare alle riforme dedicate alla Sicilia che si attendono dal giorno dell’insediamento del nuovo governo.

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