IL MAESTRO E MARGHERITA, SUCCESSO DI PUBBLICO ALLO STABILE

unica tappa siciliana, tra il 27 novembre e il 2 dicembre

Il Maestro e Margherita successo di pubblico allo Stabile. Scroscianti applausi per "Il maestro e Margherita" in scena allo Stabile di Catania. Capolavoro di Michail Bulgakov nella riscrittura di Letizia Russo, per la regia Andrea Baracco, con Michele Riondino e Federica Rosellini, in cartellone fino al 2 dicembre.

IL MAESTRO E MARGHERITA, SUCCESSO DI PUBBLICO ALLO STABILE

Il Maestro e Margherita, successo di pubblico allo Stabile. Il romanzo di Michail Bulgakov, pubblicato postumo in Occidente, apprezzato sulle pagine del ‘Corriere della sera’ da Eugenio Montale, e dato alle stampe per la prima volta dalla casa editrice italiana De Donato solo nel 1967 (pochi mesi prima della più nota pubblicazione Einaudi) era stato scritto tra il 1928 e il1940, gli anni in cui attraverso la sua feroce ironia l’autore stigmatizzava il modello sovietico, un sistema dove alla rivoluzione si era sostituita la burocrazia, e si annunciava il terrore.

Lo spettacolo teatrale ospitato dal Teatro Stabile presso il ‘Verga’ è approdato a Catania, unica tappa siciliana, tra il 27 novembre e il 2 dicembre. Un eterogeneo gruppo di attori – orchestrato dal davvero diabolico Michele Riondino – con un sapiente gioco di porte che permette i cambi di scena, dà vita alle intense pagine sull’amore fatale tra il Maestro e Margherita, e non solo.

Tre sono infatti le linee narrative incrociate su cui si muove l’azione: l’arrivo, in quella Mosca degli anni Trenta, del Diavolo e dei suoi aiutanti venuto per inscenare uno spettacolo di magia nera e per celebrare un sabba, la tormentata storia d’amore tra il deluso Maestro e la dolce, ma decisa fino al sacrificio di se stessa, Margherita e la vicenda umana del governatore di Palestina, Ponzio Pilato -costretto a decidere la sorte di un Cristo innocente – dilaniato da un dissidio interiore che è quello dello scrittore stesso.

Tra comico, tragico, varietà, grottesco, e problematiche escatologiche prende corpo lo spettacolo quasi pirotecnico, di un romanzo in cui – come dice Andrea Baracco – si vive sempre, anche perché l’uomo soltanto riesce a credere in cose intangibili, come il divino e il satanico, o come l’amore capace di sopravvivere anche alla morte. Il Maestro e Margherita, successo di pubblico allo Stabile

E se – suggerisce Letizia Russo che ha riscritto il testo – qualcosa attiva il caos si mettono in moto nuove possibilità e impreviste contraddizioni, insieme alla incapacità di comprendere fino in fondo il Mistero (Cos’è la verità?).

Lo stesso Satana è costretto a sostenere l’esistenza di Dio che giustifica – luce contro ombra – la sua medesima realtà e senza il quale neanche lui potrebbe esistere: non c’è ombra senza luce. E non è detto che volere il “bene” sia la scelta migliore: il Maestro e Margherita trovano infine amore eterno nel riposo – ma per ordine divino – grazie al sovrano assoluto del male: Woland.
Grandi prove d’attore da parte di tutti gli interpreti (e dei bravi tecnici delle luci e del suono), che hanno tenuto costantemente alto il ritmo della scena, superando brillantemente le difficoltà insite nelle narrazioni incrociate e sovrapposte, attraverso una straordinaria capacità di proporre, con una forte vena surreale, effetti spettacolari. Grande anche il successo di pubblico – molti i giovani in sala – che ha compensato ampiamente la fatica teatrale con lunghi e ripetuti applausi.

Silvana Raffaele

 

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Michele Riondino nel ruolo di Woland

Francesco Bonomo (Maestro/Ponzio Pilato),

Federica Rosellini (Margherita)

Giordano Agrusta (Behemoth)

Carolina Balucani ( Hella / Praskov’ Ja)

Caterina Fiocchetti ( Donna che fuma/ Natasha)

Michele Nani (Marco l’Ammazzatopi / Varenucha)

Alessandro Pezzali (Korov’ ev)

Francesco Bolo Rossini (Berlioz/ Lichodeev/ LeviMatteo)

Diego Sepe ( Caifa / Stravinskij/ Rimskij), Oskar Winiarski (Ivan/ Jeshua)

 

scene e costumi

Marta Crisolini Malesta 

luci

Simone De Angelis

 

musiche originali

Giacomo Vezzani 

aiuto regia

Maria Teresa Berandelli 

produzione Teatro  Stabile dell’Umbria con il contributo speciale della Brunello Cucinelli Spa in occasione dei 40 anni di attività dell’impresa

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