BILANCIO E FINANZIARIA, PROROGATO L’ESERCIZIO PROVVISORIO

Regione Siciliana, prorogato l’esercizio provvisorio di bilancio e finanziaria. Per l’approvazione dell’importante strumento amministrativo se ne parlerà entro fine aprile ma Musumeci lancia una provocazione: «Prendiamo atto della richiesta del Parlamento - possiamo anche tornare alle urne».

BILANCIO E FINANZIARIA, PROROGATO L’ESERCIZIO PROVVISORIO –

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, dopo diverse settimane di trattative e discussioni ha preso atto della richiesta avanzata dal Pd in conferenza dei capigruppo di avere più tempo. Così, ha riunito a Palazzo dei Normanni la giunta per dare il via libera alla proroga di un mese dell’esercizio provvisorio, in scadenza il 31 marzo. Il ddl di proroga non appena approvato dalla giunta sarà trasmesso all’Ars per l’esame in commissione Bilancio e poi in aula.
spiega Musumeci: «Prendiamo atto della richiesta del Parlamento ci rendiamo conto che nella legge di stabilità ci sono 3-4 norme sulle quali occorre tempo per affrontarle, sono convinto che la manovra, se c’è la volontà, può essere approvata anche a metà aprile in modo così da lavorare poi alle riforme».

Comunque, la proroga dell’esercizio provvisorio fino a fine aprile, (ultima consentita dalla legge) ancora potrebbe dare tempo a sufficienza  per affrontare i documenti contabili della regione, comprese le grandi riforme che sono contenute nella Finanziaria a iniziare dalla nascita di Grande irfis che accorperà anche Ircac e Crias e continuare con le altre altrettanto importanti.
La decisione del rinvio, il presidente non l’ha digerita bene, la ragione per la quale, il parlamento, lo abbia costretto a un rinvio che non desiderava gli consente di lanciare una provocazione per Un governo delle riforme che ha nell’agenda quattro-cinque priorità tra cui la modifica della legge elettorale. Intanto, Musumeci, prima di riunire la giunta,  conversando con i cronisti a Palazzo dei Normanni ha detto: «poi, se si vuole si può discutere di andare a votare, perché io non sono attaccato allo sgabello, sono il presidente della semina e non della raccolta».

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